sábado, 29 de agosto de 2009

Tornielli: La “riforma della riforma” e le smentite che non smentiscono


Per la traduzione spagnola di questo articolo di Tornielli clicca qui.

Cari amici, torno sull’argomento del post che avevo dedicato lo scorso 22 agosto alle questioni discusse dalla plenaria della Congregazione del culto divino riguardanti il recupero di un maggior senso di sacralità nella liturgia. Come saprete e come è stato ricordato, nel pomeriggio di lunedì 24 agosto il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini (che stimo molto) ha diffuso attraverso la Radio Vaticana una dichiarazione verbale riguardante il tema del mio articolo. Queste le sue parole, misuratissime e studiate: “Al momento non esistono proposte istituzionali riguardanti una modifica dei libri liturgici attualmente in uso”. Questa presunta smentita ha fatto il giro dei blog: più di qualcuno non ha nascosto un pizzico di soddisfazione per il fatto che il sottoscritto sia stato colto il castagna. Inoltre, nell’intervista concessa ieri all’Osservatore Romano, il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha fatto un riferimento alle fantasiose ricostruzioni su documenti “di retromarcia” rispetto al Concilio, parole che l’agenzia Zenit ha prontamente collegato al mio articolo. Vorrei dirvi che la smentita di padre Benedettini più che dal mio articolo, è stata provocata dalla sua ripresa in molti blog (dopo il caso Williamson, i blog e i siti Internet vengono ora costantemente monitorati dalla Santa Sede) che davano per imminente la “riforma della riforma” e modifiche alla messa in senso più tradizionale (o “di retromarcia”, secondo l’espressione usata dal cardinal Bertone). Innanzitutto nel mio articolo non ho mai parlato di riforme imminenti o di documenti già preparati, e nel finale dicevo chiaramente che si trattava dell’inizio di un lavoro. Un lavoro lungo, che non vuole calare le cose dall’alto per imposizione, ma coinvolgere gli episcopati. Parlavo della votazione fatta dalla plenaria della Congregazione , del fatto che il cardinale Canizares ne ha portato i risultati al Papa, del fatto che si sono cominciate a studiare non “proposte istituzionali di modifica dei libri liturgici” quanto indicazioni più precise e rigorose riguardanti la modalità di celebrare con i libri esistenti e in alcuni casi appena pubblicati. Tutto questo per dirvi di non credere a chi oggi scrive che non è in atto nulla, che il Papa e la Congregazione del culto non stanno pensando a nulla, che la “riforma della riforma” e il recupero di una maggiore sacralità della liturgia è una notizia fasulla pubblicata dal sottoscritto. Da quando faccio il vaticanista ho commesso molti errori e molti ne commetterò, ma l’articolo in questione, credetemi, non è tra questi. Del resto il fatto che “al momento” non esistano “proposte istituzionali” di riforma non smentisce che già oggi esistano proposte allo studio non ancora diventate “istituzionali”. E basta leggere ciò che a suo tempo ha scritto il cardinale Ratzinger e ciò che ha scritto Papa Benedetto XVI nella lettera di accompagnamento al motu proprio Summorum Pontificum per rendersi conto di quanto questo tema gli stia a cuore.