quinta-feira, 1 de janeiro de 2009

Interviste di Pontifex a Mons. Nicola Bux sulla Liturgia


All'inizio dell'Anno Nuovo Pontifex ha parlato con uno dei massimi esperti in materia di Liturgia, autore del libro "La Riforma di Benedetto XVI", Monsignor Nicola Bux, al quale ha affidato il compito, significativo, di inaugurare l’anno delle sue interviste.

Monsignor Bux, che cosa augura alla liturgia per l’anno appena iniziato? : “ intanto voglio fare un augurio a tutti voi, ai lettori ed ai fedeli di un buon anno, vissuto in serenità e in grazia di Dio. Spero che in tutti prevalgano sempre maturità e senso di responsabilità”. Veniamo alla Santa liturgia. Che cosa si augura? : “ solo quello che ha saggiamente detto, con equilibrio e somma intelligenza, in Francia il Papa Benedetto XVI, ovvero che Nuovo e Vecchio rito possano coesistere pacificamente ed armonicamente tra di loro, sottolineando che nessuno dei due esclude affatto l’altro”. A volte questa tentazione esiste: “ effettivamente sì, ma direi che è bilaterale”. In che senso è bilaterale?: “ il Nuovo non ha alcun diritto di escludere il Vecchio che fa parte della tradizione della Chiesa, è un patrimonio e quindi bisogna rispettare lo spirito del Motu Proprio, come ha detto lo stesso Santo Padre nella sua lettera introduttiva al provvedimento. Per altro verso, anche coloro che sono legati idealmente e culturalmente al Vecchio rito, facciano qualche passo in avanti per accettare il Nuovo. Insomma nella Chiesa, nella liturgia, come nelle cose della vita occorre sempre equilibrio. Nulla si cancella in un colpo solo, dunque come è idealmente sbagliato ritenere che il Motu Proprio quasi abbia soppiantato il moderno, lo stesso vale in senso opposto. Voglio dire che le due forme della messa, entrambe belle e valide, possono tranquillamente coesistere senza dualismi e polemiche”.

Il Papa Benedetto XVI, proprio nel documento introduttivo al Motu Proprio, da lei ricordato, ha citato che si sono verificati nel tempo abusi liturgici al limite del tollerabile. Che cosa intendeva dire, il Papa?: “ quello che appena le ho sottolineato”.

Vale a dire? : “ guardi, esiste un documento del 2004 della Congregazione per il Culto Divino che richiamava i sacerdoti al rispetto, anche scrupoloso, delle norme liturgiche e di quanto stabilito dal Concilio Vaticano II”. Bene, ma quel documento, spesso è rimasto lettera morta, visto che gli abusi sono continuati. In che consistono esattamente gli abusi? : “ ora fare un elenco sarebbe noioso. Dico solo che nessuno, nella liturgia, è padrone di nulla. La liturgia appartiene alla Chiesa e solo ad essa. Dunque il sacerdote non ha alcuna facoltà di aggiungere formule, eliminarle, crearne o peggio ancora deformare. Insomma, il sacerdote celebrante non è il fulcro della messa che è Dio .Lo ripeto,occorre recuperare, in fretta, il senso del sacro”.

Ma se avvengono gli abusi, vuol dire che chi dovrebbe vigilare non lo fa : “ peggio per lui, oltre che risponderne davanti alla sua coscienza, che già è pesante, ne risponderà davanti al Magistero e all’autorità della Chiesa”. L’anno liturgicamente inizia all’insegna di Maria: “ dal punto di vista spirituale e teologico la cosa è importante. Ci affidiamo alla materna protezione di Colei che ha generato Cristo. Storicamente la celebrazione trova quella data in obbedienza alla ottava del Natale”.

di Bruno Volpe

Fonte: Pontifex